È stata inaugurata sabato 30 novembre a Yangon la mostra “Rethink Beato: from Italy to Burma (1832-1909)”, realizzata dall’Ambasciata d’Italia in collaborazione con Myanmar Photo Archive. Attraverso le sue opere, la mostra ripercorre le orme di Felice Beato, il fotografo di origine italiana che ha immortalato lo spirito del Myanmar durante il suo soggiorno a Mandalay dal 1887 al 1905. Le potenti immagini catturate dal suo obiettivo in Birmania e in altri Paesi permetteranno ai visitatori di fare un salto indietro nel tempo, alla scoperta della sua intrigante vita e della sua eredità.
Avventuriero, eterno vagabondo, esploratore e imprenditore geniale, Beato è stato uno dei più talentuosi pionieri della nascente arte fotografica e ha avuto il dono di anticipare le infinite possibilità aperte dalla globalizzazione del XIX secolo. Durante le sue peregrinazioni tra il Vicino e l’Estremo Oriente, Beato ha documentato fatti storici come la guerra di Crimea nel 1855, la rivolta indiana del 1857, la Seconda Guerra dell’Oppio in Cina, la spedizione navale degli Stati Uniti in Corea nel 1871 e la colonizzazione britannica in Birmania, anticipando il destino della fotografia di diventare, al tempo stesso, lo strumento più potente per testimoniare la verità e per costruire la propaganda in tempo di guerra. Con la sua intuizione di preparare album fotografici completi di «vedute e tipi» giapponesi prima e poi birmani, che venivano spediti per posta in tutto il mondo, ha alimentato non solo la voglia di esoticismo dell’Occidente, ma anche lo speculare desiderio delle classi abbienti giapponesi e birmane di essere immortalate attraverso l’innovativo strumento occidentale della fotografia.
La mostra “Rethink Beato” si propone di offrire al pubblico spunti di riflessione su questa figura così complessa e a tratti misteriosa e di illustrare il suo ruolo nella creazione di un’idea della Birmania che, per quanto oggi possa essere considerata stereotipata, rappresenta ancora un tassello dell’immaginario collettivo e della memoria del Myanmar. La bellezza dei suoi ritratti, dopo oltre un secolo, rivela un amore e un’ammirazione per il Paese e il popolo che Beato ha incontrato nell’ultimo tratto della sua lunga e straordinaria carriera.
“Nel presentare in Myanmar il corpus fotografico di Beato – ha spiegato Nicolò Tassoni Estense, Capo Missione dall’Ambasciata d’Italia a Yangon – intendiamo contribuire allo sforzo complessivo di Myanmar Photo Archive e di varie altre istituzioni private e cittadini di preservare, promuovere e trasmettere la Memoria. Si tratta di uno sforzo tanto più importante, in quanto la frammentata e tormentata storia del Paese ha reso difficoltoso restituire al popolo birmano un senso di appropriazione del proprio passato. Riuscire a integrare con sguardo critico i vari passaggi della storia è, in Myanmar come altrove, un modo per sedimentare un’identità più solida, consapevole e ricca”.
“La mostra – ha proseguito Tassoni – costituisce il primo tassello di uno sforzo dell’Ambasciata volto a raccogliere le storie degli italiani in Birmania attraverso i secoli, con l’obiettivo di testimoniarne e documentarne le vicende spesso poco conosciute, ma particolarmente significative per gli scambi culturali tra Myanmar, Italia ed Europa. Questo progetto si inquadra nel più ampio programma del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale di racconto e valorizzazione delle figure italiane all’estero più significative”.
“Rethink Beato” sarà aperta al pubblico presso Turquoise Mountain (47B Pho Sein Street, Bahan Township, Yangon) da sabato 30 novembre 2024 a domenica 15 dicembre 2024, dalle 11:00 alle 18:00. Il catalogo della mostra sarà prossimamente distribuito in Myanmar e in Europa.